C’è un dolore che non fa rumore.
È quello di chi aspetta.
Aspetta ogni giorno che qualcuno si fermi davanti al suo box.
Aspetta che quel cancello si apra.
Aspetta… da una vita.
Brownie è nato nel 2014.
Quando andava di moda avere il cane “da duro”.
Un Amstaff, uno di quelli che fa scena.
Ma i cani non sono accessori. Non sono status symbol.
Sono esseri viventi. E quando Brownie è diventato troppo da gestire, troppo impegnativo, troppo “cane”, è stato abbandonato.
Da allora è rimasto lì.
Dietro le sbarre.
Con la sua energia repressa, il suo sguardo forte, la sua speranza che pian piano si consuma.
Brownie non è un cane facile.
A volte irruento, fisico, travolgente… ma se lo guidi con fermezza, lui ti ascolta.
Ti guarda e capisce.
Perché dietro quella corazza c’è un’anima che chiede solo una cosa: non dimenticarmi anche tu.
Non è compatibile con maschi né gatti. Per lui servirebbe un’adozione come figlio unico o con una femmina equilibrata.
Serve qualcuno che sappia contenere la sua euforia, che non abbia paura delle sue zampate affettuose e del suo modo di amare, un po’ goffo, un po’ travolgente. Ma sincero.